Siamo finalmente arrivati nella nostra amata caletta. È arrivato il momento di fare un bagno e godersi il meritato relax. Ma c’è un’ultima operazione su cui concentrarsi ed è quella dell’ancoraggio. Semplice? Diciamo che non è difficile, ma spesso chi non è pratico incorre in errori banali che non permettono all’imbarcazione di rimanere ferma, con conseguente necessità di replicare l’operazione.
Prima ancora di arrivare sul punto dove gettare l’ancora, studiate la direzione del vento (tenendo presente che potrebbe cambiare da un momento all’altro) osservando le altre imbarcazioni in zona. Cercate poi il posto dove calare l’ancora, tenendo presente che non rimarrete lì dove l’ancora si immergerà per andare a toccare il fondale, ma che il vento vi sposterà. Dove? Dipende dalla lunghezza di catena e cima che darete.
L’errore che spesso viene commesso è proprio questo: viene data poca cima, pensando che sia sufficiente bloccarla poco dopo che l’ancora tocca il fondale. In questo modo sarà quasi impossibile che l’ancora prenda, perché la parte che unisce ancora e cima, resterà in alto, impedendo l’angolo necessario perché possa fare presa e affondare sulla sabbia.
La scelta del fondale sarà altrettanto fondamentale. È importante evitare una zona rocciosa se possibile, perché qui potrebbe poi essere più difficile il recupero dell’ancora. A volte la stessa rimane bloccata. In questo caso bisognerà operare con pazienza dando e recuperando la cima, sperando di trovare il giusto pertugio per liberare l’ancora.
In caso di qualsiasi tipo di difficoltà, un consiglio: chiedete aiuto a qualcuno più esperto di voi nei paraggi. Non esitate, in mare aiutare il prossimo è un dovere e al tempo stesso un piacere.
Riassumiamo i vari passaggi.
Come ancorare in sicurezza: L’ancora svolge la sua funzione di tenuta penetrando nel fondale quando questo è sabbioso o fangoso, oppure “aggrappandosi” a rocce, scogli o coralli.
Affondare l’ancora. Per assicurarsi la tenuta dell’ancora è consigliabile affondarla velocemente, dare la giusta portata alla linea di ancoraggio mentre la barca si sposta in direzione della corrente, infine dare un pò di retromarcia per qualche secondo fino ad avvertire un leggero affondamento della prua.
La giusta portata: La portata è definita come il rapporto tra la lunghezza della linea d’ancora e la profondità del fondale. Molti costruttori e test indipendenti consigliano un rapporto di 7:1 ma in alcune situazioni è sufficiente o addirittura consigliabile un rapporto inferiore. Ad esempio in ormeggi affollati potrebbe essere richiesto un basso rapporto, fino a 3:1, per evitare che l’imbarcazione ruotando possa urtare le altre. In ogni caso una volta assicurata la tenuta dell’ancora (nel modo sopra descritto) possiamo anche ridurre gradualmente la portata senza generalmente andare a sacrificarne la tenuta.
Recupero dell’ancora. La tecnica più efficace per recuperare l’ancora dal fondale, limitando lo sforzo sull’imbarcazione e sugli elementi del sistema di ancoraggio, suggerisce di portarsi con la prua della barca sul punto direttamente sopra all’ancora, recuperando lentamente la linea. A questo punto blocchiamo la nostra fune e lentamente facciamo retromarcia. In caso di mezzo con verricello, sarà importante ridurre lo sforzo dello stesso avvicinandosi al punto dell’ancora.
Scarroccio, come comportarsi. Ogni ancora è capace entro certi limiti di resistere o riallinearsi rispetto ai cambiamenti di direzione del vento e della corrente mantenendo il grip col fondale. Se l’ancoraggio è stato fatto in modo corretto, non dovrete fare altro che controllare ogni tanto la distanza dai vostri vicini di caletta (magari tra di loro ci sarà qualcuno che avrà bisogno del vostro aiuto.